Excalibur. La spada perduta by Bernard Cornwell

Excalibur. La spada perduta by Bernard Cornwell

autore:Bernard Cornwell
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: Historical, Fiction
ISBN: 9788804464501
editore: Mondadori
pubblicato: 1999-10-14T22:00:00+00:00


Donne e bambini non si spostarono molto lontano: c'era un villaggio, un'ora a nord del Monte Baddon, e quasi tutte le nostre famiglie si rifugia-rono lì. Intanto, da settentrione giunsero altri uomini di Artù: erano quelli che si stavano radunando presso Corinium, ritenuti fra i migliori combattenti della Britannia.

Giunse anche Sagramor con i suoi esperti guerrieri e, come Artù, andò sul bastione meridionale per guardare nella valle e mettersi in mostra, in modo che i sassoni vedessero stagliarsi contro il cielo la sua snella figura in corazza nera. Sul suo viso, cosa rara per il numida, comparve un sorriso.

«La troppa sicurezza li rende stupidi» affermò sprezzante. «Si sono messi in trappola da soli in posizione sfavorevole e ormai non si muoveranno più.»

«Non si muoveranno?»

«Quando un sassone costruisce un riparo, non ha voglia poi di rimettersi in marcia. Cerdic impiegherà una settimana o anche più a strapparli dalla valle.»

Infatti i sassoni si erano comodamente sistemati con le famiglie lungo il fiume e ora nella vallata c'erano in pratica due villaggi di piccole capanne dal tetto di paglia, piuttosto sparpagliate. Uno dei due villaggi era vicino ad Aquae Sulis, mentre l'altro si trovava a due miglia verso levante, dove la vallata curvava bruscamente a meridione.

In quest'ultimo si trovavano gli uomini di Cerdic, mentre quelli di Aelle si erano acquartierati o nella cittadina o nelle capanne da poco costruite nei suoi dintorni.

Non mi ero aspettato che i sassoni si stabilissero ad Aquae Sulis anziché limitarsi a incendiarla, ma ogni mattina una processione di guerrieri usciva dalle porte della città, lasciandosi alle spalle la scena familiare del fumo delle cucine che saliva dai tetti di paglia e di tegole.

L'invasione sassone era stata rapida, ma ormai aveva perso tutto il suo impeto iniziale.

«Chissà perché hanno diviso in due il loro esercito» disse Sagramor guardando con incredulità l'ampio spazio tra l'accampamento di Cerdic e le capanne di Aelle nei pressi della città.

«Per lasciarci solo un posto dove andare» risposi. «Proprio laggiù, al centro della valle, dove saremo intrappolati in mezzo ai due eserciti.»

«E dove potremo tenerli divisi» notò allegramente Sagramor. «Senza contare che fra qualche giorno, laggiù, cominceranno le malattie.»

Quando un esercito sostava a lungo nello stesso posto, infatti, pareva i-nevitabile che scoppiassero delle epidemie: un contagio aveva fermato l'ultima invasione della Dumnonia a onera di Cerdic e le malattie avevano indebolito il nostro stesso esercito quando avevamo marciato su Londra.

Io temevo che anche noi potessimo essere colpiti da un'epidemia, ma per qualche ragione fummo risparmiati... forse perché eravamo in pochi o forse perché Artù disseminò i suoi uomini lungo le tre miglia di creste mon-tane che correvano alle spalle del Monte Baddon.

Io e i miei guerrieri restammo sulla cima, mentre i soldati appena giunti occuparono la linea di montagne settentrionali.

Nei primi due giorni dopo l'arrivo di Artù i sassoni avrebbero ancora potuto occupare quelle montagne che erano difese da contingenti poco numerosi, ma i nostri cavalieri erano sempre visibili e gli uomini a piedi, su ordine di Artù, si muovevano di continuo fra gli alberi e così davano l'impressione di essere molti di più.



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